martedì 24 maggio 2011

GRANDE PRESIDENTE

Desidero dedicare questo articolo ad un grande presidente italiano, ma soppratutto un grande uomo: CARLO AZEGLIO CIAMPI, nato a Livorno il 9 dicembre 1920 è un economista e politico italiano, è stato il decimo presidente della Repubblica dal 18 maggio 1999 al 15 maggio 2006.
È stato governatore della Banca d'Italia dal 1979 al 1993, presidente del Consiglio dei ministri e ministro del turismo e dello spettacolo ad interim (1993-1994) e ministro del tesoro e del bilancio (1996-1999). Con la fine del suo mandato presidenziale è diventato senatore a vita. Primo presidente del Consiglio e primo capo dello Stato non parlamentare nella storia della Repubblica, Ciampi fu anche il secondo presidente eletto dopo essere stato governatore della Banca d'Italia preceduto da Luigi Einaudi nel 1948.
Dopo una militanza giovanile nel Partito d'Azione, Ciampi non ha più aderito ad alcun partito.
Figlio di Pietro Ciampi e di Maria Masino. Dopo aver conseguito la laurea in lettere nel 1940 alla Scuola Normale di Pisa, dove aveva frequentato, rimanendone affascinato, le lezioni del filosofo Guido Calogero e dove aveva conosciuto anche Franca Pilla, la futura moglie, fu chiamato alle armi nello stesso anno come sottotenente dell'esercito in Albania.
Quando venne siglato l'armistizio dell'8 settembre 1943, Ciampi, che si trovava in Italia con un permesso, rifiutò di aderire alla Repubblica di Salò e si rifugiò a Scanno, in Abruzzo, col suo maestro Guido Calogero, esponente di primo piano del pensiero liberalsocialista e vicino al Partito d'Azione.
Il 24 marzo 1944 Ciampi, con un gruppo di una sessantina di persone, fra cui lo stesso Calogero, altri antifascisti, prigionieri sfuggiti alla Wermacht e con l'aiuto della guida locale Alberto Pietrorazio, partendo da Sulmona si mise in marcia per raggiungere gli Alleati, attraversando il massiccio della Majella.
Si trattava di un viaggio difficile e pericoloso, in mezzo alla neve e a temperature molto basse, lungo un percorso che attraversava le linee tedesche passando per il Guado di Coccia.
Ciampi riesce quindi ad arrivare a Bari, dove consegna a Tommaso Fiore il testo manoscritto del «catechismo liberalsocialista del Partito d'azione» datogli da Calogero, si arruola nel rifondato esercito italiano e si iscrive al Partito d'Azione.
Nel 1946 sposa Franca Pilla , consegue la seconda laurea in giurisprudenza presso l'Università di Pisa e, su pressione della moglie, partecipa al concorso che lo fa entrare come impiegato in Banca d'Italia, dove rimarrà per 47 anni (14 da governatore).
Nello stesso anno si iscrive anche alla CGIL e ne conserva la tessera fino al 1980.
Nel 1960 fu chiamato all'amministrazione centrale della banca di cui nel 1970 assunse la direzione. Nel 1973 diventò segretario generale, vice direttore generale nel 1976 e direttore generale nel 1978. Nell'ottobre del 1979 fu nominato governatore della Banca d'Italia e presidente dell'Ufficio italiano dei cambi nel pieno della bufera che aveva travolto l'istituzione dopo il crack di Michele Sindona e gli arresti del governatore Paolo Baffi e del vicedirettore Mario Sarcinelli. . Ricoprì l'incarico fino al 1993.
Dall'aprile 1993 al maggio 1994 fu il presidente del Consiglio dei Ministri di un governo tecnico di transizione, il primo presidente del Consiglio non parlamentare della storia della Repubblica. Non sono mancate anche in tal senso polemiche, che, sebbene minoritarie vedono una carenza di rappresentatività popolare negli organi costituzionali, non avendo egli mai ricoperto cariche elettive.
Nel giugno 1994 fu chiamato a ricoprire la carica di vice-presidente della Banca dei Regolamenti Internazionali, ruolo che detenne fino al maggio 1996.
In seguito è stato ministro del tesoro dall'aprile 1996 al maggio 1999 nei governi Prodi I e D'Alema I. In questo periodo, la sua opera è stata caratterizzata dal contenimento dell'enorme debito pubblico italiano in vista del rispetto dei parametri di Maastricht, per garantire l'accesso dell'Italia alla moneta unica europea. Ha avviato il processo di risanamento delle Poste italiane.
La sua candidatura al Quirinale viene avanzata da un vasto schieramento parlamentare e in particolare dall'allora Presidente del Consiglio D'Alema che ottiene, durante le trattative, il benestare dell'opposizione di centro-destra, anche se Ciampi, che non era iscritto in alcun partito, era molto vicino all'Ulivo. Considerato come figura fondamentale per l'entrata nell'Euro e come uno dei ministri più popolari del governo gode anche dell'appoggio del mondo economico e finanziario oltre che della stima dei dirigenti dell'Unione Europea. Il 13 maggio 1999 è stato eletto alla prima votazione, con larga maggioranza (707 voti su 1010), decimo presidente della Repubblica. In questa veste, egli ha cercato di trasmettere agli italiani quel patriottico sentimento nazionale che deriva dalle imprese del Risorgimento e della Resistenza e che si manifesta nell'Inno di Mameli e nella bandiera tricolore.
Ciampi è stato un Presidente che, analogamente a quanto avvenne con Sandro Pertini, ha riscosso sempre un alto indice di gradimento nei sondaggi fatti dai vari Istituti italiani, con una media oscillante tra il 70 e l'80% . Rimanendo sempre, perciò, una delle figure nelle quali gli italiani riponevano la loro fiducia e rafforzando con la sua figura istituzionale lo stesso ruolo del Presidente della Repubblica.
Come Pertini, anche Ciampi ha assistito ad una finale calcistica dell'Italia, infatti il 2 luglio 2000 il Capo dello Stato era presente allo Stadio De Kuip di Rotterdam nella sfortunata Finale di Euro 2000 persa dagli azzurri ai supplementari per 2-1 contro la Francia.
Ha ricevuto, nel 2005, il premio Carlo Magno dalla città tedesca di Aquisgrana per il suo impegno volto a garantire l'idea di Europa unita e pacifica; sempre nel 2005, ha anche ricevuto honoris causa il David di Donatello per la sua volontà di rilanciare il cinema italiano.
Durante il settennato Ciampi e Signora hanno posto la loro residenza presso il palazzo del Quirinale.
Da più parti a Ciampi è stato chiesto di rimanere Capo dello Stato per un secondo mandato ma egli, seppur lusingato, ha escluso l'ipotesi di un Ciampi bis al Quirinale. Sia il centro destra, sia il centro sinistra, lo hanno più volte ringraziato per il suo operato super partes e come garante istituzionale.
Il 10 febbraio 2006 ha aperto, come da protocollo, i Giochi olimpici invernali di Torino 2006.
Il 3 maggio 2006 con una nota ufficiale dal Quirinale Ciampi ha confermato la sua indisponibilità ad un settennato-bis: i motivi che l'hanno spinto a questa decisione sono l'età avanzata e la convinzione che "il rinnovo di un mandato lungo, quale è quello settennale, mal si confà alle caratteristiche proprie della forma repubblicana del nostro Stato". In effetti, è stato osservato che nessun Presidente della Repubblica è mai stato investito di un secondo mandato.
Ciampi si è dimesso il 15 maggio 2006, stesso giorno in cui il suo successore (nominato da Ciampi senatore a vita pochi mesi prima) Giorgio Napolitano ha prestato giuramento. Il suo primo atto da senatore a vita è stato quello di votare la fiducia al secondo governo Prodi, esprimendosi favorevolmente riguardo al nuovo esecutivo. Ciò ha provocato l'accesa reazione, manifestata durante la votazione con fischi e grida, di numerosi esponenti della Casa delle Libertà.
Un mese dopo le sue dimissioni ha annunciato che avrebbe votato no al referendum confermativo sulle riforme istituzionali, motivando questa scelta in coerenza con il suo costante impegno a difesa della Costituzione: tale posizione è stata criticata dal centro destra ed apprezzata dal centro sinistra dalla componente dei costituzionalisti che ad esso si ispira. Dal 2007, pur non avendo mai accettato di aderirvi ufficialmente, è considerato vicino al Partito Democratico che lo ha nominato componente di diritto del Coordinamento Nazionale, come membro onorario.
Designato presidente del comitato organizzativo delle manifestazioni per il centocinquantenario dell'Unità d'Italia nel 2011, è costretto a dimettersi dall'incarico nell'aprile 2010 per un peggioramento delle sue condizioni fisiche dovuto alla vecchiaia. A succedergli nell'incarico è stato Giuliano Amato, ex presidente del Consiglio.
Auspico con tutto il cuore che in futuro siedano sul colle più alto di Roma molti altri Ciampi e Pertini, perchè è di questi uomini che il nostro Paese ha bisogno.

Nessun commento:

Posta un commento